Contro la violenza sulle donne


di GAETANINA SICARI RUFFO – È in atto una rivoluzione di donne per dare una svolta al terribile problema della violenza che, pur essendo esistito da sempre, ha raggiunto negli ultimi tempi una recrudescenza mai vista. Dal 2000 sono quasi 2.300 le donne assassinate. È stato calcolato che, in media negli ultimi 25 anni, una vita di donna viene spezzata ogni due giorni dalla violenza dell’uomo.

Sono donne che ritenevano d’essere libere di scegliere il loro uomo, donne coniugate o conviventi, che volevano mettere su famiglia e vivere in pace con i loro figli. Quasi tutte, per un motivo o per un altro, si sono trovate accanto una persona diversa che la convivenza ha trasformato in un crudele mostro, assetato della loro esistenza, deciso a chiuderla, senza nessuno sconto.

Il libro All’ombra di Caino. Storie di donne e di violenze (Maria Cristina Cerrato e Pino Nazio, Sovera Edizioni, pp. 216, € 14,00) è stato scritto proprio per dire basta. Basta ad ogni tipo di violenza (fisica, sessuale, psicologica, economica… mortale) e per non tacere, per pudore o per altre ragioni, e raccontare i maltrattamenti delle vittime, raccontare tutto, e servirsi dei numeri di telefono delle tante associazioni che si prodigano per una soluzione del problema e per far cessare questa sequenza di sangue.

Per lungo tempo il silenzio è prevalso perché la legge non considerava la violenza sessuale un crimine contro la persona, bensì contro la morale: ma da quando essa è sfociata nel delitto o punta a fare del male con la perdita dell’identità, con lo sfregio al viso o con il fuoco sul corpo, com’è avvenuto in tanti casi negli ultimi tempi, le leggi sono state fatte ad hoc. Valga per tutte la Convenzione di Istanbul firmata da trentadue Stati ed approvata dal Consiglio d’Europa il 7 aprile del 2011, primo trattato internazionale di genere, poi rinnovato nel 2014, che ha costituito un punto importante dopo altri interventi: la Carta di Perugia nel 1995, il servizio “Roxanne” voluto da Rutelli nel 1999, il Progetto Arianna nel 2006, la Carta di Roma nel 2008 ed altre forme simili di condanna.

Dopo il rifiuto di Franca Viola del matrimonio riparatore per lo stupro, nel lontano 1965 ,si sono fatti molti progressi nel condannare e perseguire i violentatori, ma ancora non basta. Ora i centri antiviolenza sono 1522, ma Rashida Majo, responsabile Onu sul tema, ha continuato a denunziare al mondo intero i numerosissimi casi d’oppressione e di morte. Non è giusto, né più tollerabile. Né può servire come giustificazione, come dice il sociologo Alain Touraine, il fatto che le donne siano molto progredite nei comportamenti sul lavoro e nella vita pubblica e privata: questo non le grazia, tutt’altro. Anzi si può dire che provoca, talvolta, l’invidia e il malanimo che si nutre contro li loro.

Lo studioso l’afferma in numerosi saggi che ha scritto ultimamente, tra cui Le Monde des femmes (Fayard). Infatti egli auspica che esse diventino protagoniste d’un effettivo cambiamento che meritano, solo se sapranno diffondere la cultura dell’integrazione e dell’impegno, facendosi interpreti di una politica dell’agire con umanità che unisca alla creatività l’onestà intellettuale e il rispetto. Occorre aggregare ciò che è distante ,praticare una vita che sia ispirata alla solidarietà e alla disponibilità.

Invece la donna ancora continua ad essere considerata come proprietà riservata e come un oggetto, priva di sentimenti ed affetti, istintivamente protesa solo a servire e non ad esercitare la propria indipendenza. Lo conferma il già citato testo All’ombra di Caino, ma con molte più firme a documentare numerose tematiche attuali, sconvolgenti, con documentazioni importanti e analisi compiute, soprattutto con tante storie terribili successe a donne sacrificate e torturate.

Può sembrare persino un trattato di criminologia tanto è dettagliato il racconto e crude,ma realistiche, le scene presentate. A storie celebri del passato, come il massacro di Donatella Colasanti e della compagna al Circeo, di cui tanto si è parlato,si aggiungono quelle più recenti, altrettanto tenebrose e squallide, la vicenda di Meredith Kercher ed Amanda a Perugia, e persino della povera Yara Gambirasio, oltre che di Sabrina e di Sarah nel giallo di Avetrana.

Sono storie che incutono orrore e confermano più che mai l’esigenza di vigilare ed essere prudenti,prevenire e denunziare i segnali che pure ci sono,ma soprattutto smettere di pensare che si tratti solo di un brutto periodo di sfiducia e di malessere, ma di una prosecuzione di fatti di offesa che vanno avanti con cruente conseguenze che potranno essere vinte se si ha la buona volontà e l’impegno di una rieducazione alla socializzazione ed all’intesa, nonché tolleranza.

Gaetanina Sicari Ruffo

(www.excursus.org, anno X, n. 88, febbraio-marzo 2018)