Nell’anca del pollice sinistro – Valeria Battiato

di IVANA CARNEVALE – «Assemblaggio catartico di NON parole»: così descrive l’autrice Valeria Battiato lo scorrere di ciascun racconto del libro Nell’anca del pollice sinistro. Splatter felice in poetry di una blogger (Edizioni Akkuaria, pp. 136, € 12,00).

L’opera è un insieme di brevi narrazioni caratterizzate da un fiume di parole e seguiti-alternati da componimenti poetici e disegni-schizzi dell’autrice stessa. Ogni parola ha una sua forza, è crudele e spezzata, inferocita e sanguinaria. Pagina dopo pagina ci imbattiamo in frasi rapide, sbattiamo contro pensieri; come un filo conduttore difficile da comprendere e seguire: niente è scontato, niente è semplice, tutto è aggrovigliato.

La Battiato si avvicina alla corrente letteraria dello “splatterismo”. Nel cinema, splatter è il genere horror in cui predomina lo schizzare del sangue. La scrittrice lo traspone letterariamente nel significato di spappolamento, lacerazione, del disgregarsi-dissolversi-decadere delle cose. Ciò rimanda a riflessioni continue sulla vita, sulla morte, sul senso di porsi domande; sempre associate al gusto dell’eccesso, dalla dissoluzione dell’essere, al vivere come veleno, come tortura, come disgusto.

Come in una grande allucinazione, i lettori sono spinti dall’autrice nella sua visione irrazionale assolutamente ben architettata; tenuta insieme dal dolore, dall’insofferenza, dalla voglia di evadere e dall’impossibilità di elevarsi da una realtà in disfacimento. La lettura dell’opera ci getta dentro le sue “immagini-sensazioni”; nella sua percezione del dolore, senza spiegare troppo, ci sbatte davanti i suoi demoni: tutto il suo cuore ferito, la noia senza alcuno stimolo, ed il disperato disagio della vita di provincia (Catania è la città in cui vive, in cui è intrappolata, trascinata dall’impotenza).

Consapevole del potere che la lingua esercita, l’autrice critica e sbeffeggia la società, la precarietà, la povertà; definendo: «SUPER NOI TUTTI», s’impone – e impone a tutti – di sopravvivere, di lavorare in nero, di avere disperati amici: «cogliere l’attimo in cui deflagare e arrendersi alla non vita, perché aspetto di trasferirmi nell’abisso. Lo guardo l’abisso dall’orlo». Tutti condannati, svuotati. Siamo tutti vittime di un sistema che non riconosce il merito dell’essere, ma afferma solo l’apparire. Tutto passa, scorre forte. Sta al lettore essere in grado di immedesimarsi nell’effimero umore del momento.

Autobiografica, poetessa e blogger, la Battiato alterna ai testi di pennellate impressioniste i suoi componimenti. La sua poesia diviene aiuto, ma senza conciliazione, priva di anestesia, nel suo «sottostare e nello stesso tempo realizzarsi dentro il quadrato sociale. Emotivamente vuota. Profondamente scossa e triste. Continuamente si fallisce e si vive in una frustrazione perpetua. Nonsochisonoedovevado».

Nell’anca del pollice sinistro è il diario di un’anima in trappola, che si rassegna, si abitua al nulla, all’inquietudine, alla solitudine, alla rassegnazione, all’oblio. Valeria Battiato non ritrova più il passato in un presente immutabile, la continua riflessione su quanto tutto sia complicato è sillabata dalle parole violente, sintetiche e concise, simboliche: «dimenticarmi, dimenticare la donna che sono, che ero, che sarò. Come andare avanti? La vita va avanti».

Ivana Carnevale

(www.excursus.org, anno VII, n. 70, maggio 2015)