Le sculture di Alik Cavaliere in mostra a Milano

di MICHELA SALA – L’antologica che Palazzo Reale di Milano propone per l’estate 2018 è “Alik Cavaliere. L’universo verde”, ovvero la visione completa della personalità di uno scultore che ha caratterizzato il XX secolo e scomparso venti anni fa. Temperamento acuto e sottile Alik Cavaliere (Roma 1926 – Milano 1998) ha attraversato il panorama europeo con un itinerario orientato a un’ironia critica. Dopo la laurea in Lettere si forma all’Accademia di Brera e alla scuola di Manzù, Funi e Marino Marini, del quale diverrà assistente nel 1956 e al quale succederà nella cattedra di scultura.

Dopo un avvio giovanile con figure a soggetto popolare dagli anni Sessanta si dedica ai cicli narrativi e a esplorare il tema della vegetazione: Giochi proibiti, Metamorfosi, G.B. incontra un albero, Un Viaggio, Ogni cosa è limite e libertà di un’altra, Cespuglio, Il fiore, Il cortile, W la libertà, Donna corteccia, sono tutte opere, solo per citarne alcune, esposte in questa mostra.

La panoramica è curata da Elena Pontiggia in collaborazione con l’Archivio Alik Cavaliere e ha il suo focus nella Sala delle Cariatidi per estendersi poi in altri spazi cittadini per ripercorrere fasi e temi a lui cari. I contenuti del racconto, del mito e della magia rendono chiaro il suo pensiero sempre alla ricerca della libertà sia dell’uomo sia dell’arte, mai raccontando il già visto oppure il già fatto. Gli argomenti scelti dall’artista traggono spunto dalle situazioni prevalenti e quotidiane di persone e società come la solitudine, l’incomprensione, l’assenza di comunicazione, l’assurdità di certi punti di vista inutili. I motivi predominanti, la pianta e il mondo vegetale con tutte le sue vibrazioni, sono resi prigionieri dal mondo circostante. Gli intrecci di rami e rametti tra pomi, fiori e foglie sono l’espressione del disordine e della confusione generale; gli alberi rigogliosi o spettrali sono carichi di frutti, alcuni anche dorati che potrebbero essere tossici.

Dalle opere di Alik Cavaliere scaturisce il suo pensiero con un linguaggio unico nell’arte: egli s’inserisce nel quotidiano per far uscire la metafora della vita. Dai garbugli di lamiera o dagli alberi fusi a cera persa si sprigiona l’amarezza, ma anche la poesia, quando due frammenti non combaciano! Sostanziali sono le sculture di grandi dimensioni come l’Albero per Arianna del 1970, un bronzo di ben 195x87x67 cm. o Mezzo albero del ’71 ambientate nella parte finale della sala, dove il percorso termina con l’installazione fantastica Grande pianta. Dafne del 1991. L’opera, si riferisce al mito di Apollo e Dafne delle Metamorfosi di Ovidio non nell’attimo della modificazione, ma vede la figura femminile entrare nel folto intreccio di rami per asserire la simbiosi tra uomo e mondo naturale.

Dopo la visita a Palazzo Reale si può continuare la conoscenza di Alik Cavaliere andando al Museo del Novecento, che ospita il ciclo Le avventure di Gustavo G. dedicate alle vicende surreali di un personaggio che potrebbe essere l’alter ego dell’artista oppure dirigersi alle Gallerie d’Italia, dove sono ospitate Racconto e W la libertà che riprendono il tema della natura racchiusa nelle gabbie o raggiungere la Sala Ristorante dell’Università Bocconi, dove sono conservate le incisioni Attraversare il tempo, mentre Palazzo Litta accoglie l’opera E sarà sempre di tutti quelli che credono con la loro arte di defraudare la natura, oppure si possono continuare le competenze andando al Centro Artistico dedicato al maestro in via Edmondo de Amicis 17, dove è custodita un’ampia raccolta di lavori di piccole e grandi dimensioni esposta sia all’interno che nel giardino.

Michela Sala

Notizie utili

Alik Cavaliere, L’universo verde
Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi e Giardinetto. Piazza Duomo 12, Milano.

Fino al 9 settembre 2018
Ingresso: gratuito fino al 19 agosto
Orario: lun 14:30/19:30; mar-mer-ven-dom 9:30/19:30; gio-sab-dom 9:30/22:30.
Catalogo: Silvana Editoriale
Info: www.palazzorealemilano.it

(www.excursus.org, anno X, n. 89, agosto-settembre 2018)