Il grande chihuahua – Luca Raimondi e Joe Schittino

di CLAUDIA SERMARINI – Luca Raimondi e Joe Schittino sono gli autori di un ironico e divertente libro sulle avventure di un pluriomicida, intitolato Il grande chihuahua (Augh! Edizioni, pp. 170, € 13,00).

Il protagonista, un giovane uomo che vive a Catania, si diletta a uccidere sporadicamente esseri umani. L’unica vera regola è quella di agire per puro caso, senza una precisa ragione perché una mente razionale non può concepire un crimine senza un movente. «Dio è il Caso. Io agisco per caso. Io sono l’equivalente di Dio. Io e Dio non saremo mai scoperti dalla polizia». È così che se la cava dopo anni e anni di sporco lavoro, non è mai stato preso e mai lo sarà.

Le vittime sono persone comuni, che hanno avuto però la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, o al posto giusto nel momento giusto se vogliamo vederla in un’altra ottica. Pertanto il sarcastico assassino ammazza il signore che vuole aiutarlo con l’auto ferma per l’eccessivo gelo, il militare omofobo che ha intenzione di picchiarlo, la ragazza con la quale fuma uno spinello poiché ride troppo.

Prima o poi tutti moriremo, egli anticipa solamente i tempi, togliendo al “prescelto” un grande peso e un’insaziabile angoscia. La vita, d’altronde, non è nulla di speciale ed eccitante.

Il lettore viene catapultato in una storia sorprendente, tra ricordi adolescenziali, amori finiti male, digressioni da humour nero ed esaustive telefonate alla madre («Come va? Tutto bene?», «Sì», «Va bene, ciao», «Ciao»). Il tutto insieme a un chihuahua di nome Grande («perché mi fa una grande compagnia e una grande tenerezza») e della sensazionale musica dei Beatles, che scandisce le giornate dello stravagante protagonista, dal momento in cui in fondo «riuscivano a fare buona musica anche borbottando la lista della spesa al cesso». Luca Raimondi

Persino da bambino non si è mai comportato come i coetanei, era uno spirito libero e ne andava fiero; questa caratteristica non è cambiata con gli anni, anzi con gli anni forse il suo anticonformismo è andato a incrementare. Così i divertenti scherzi fatti alle suore durante il periodo delle elementari, si sono trasformati in un atteggiamento cinico e satirico nei confronti dell’esistenza.

Con uno stile semplice, schietto e pungente, Luca Raimondi e Joe Schittino costruiscono una trama nuova e frizzante. I brevi capitoli, scanditi ogni tanto dalle quotidiane telefonate mamma-figlio, e il ritmo incalzante danno un senso di immediatezza e rendono scorrevole la lettura.

Quello che piace del protagonista è soprattutto la pazzia e la ribellione; ma il suo menefreghismo ed egoismo, come dimostrano le ultime righe del libro, vengono meno di fronte ad alcune descrizioni e sensazioni che celano una nostalgia di cose passate. Non c’è una motivazione psicologica o sociale dei comportamenti del nostro amato assassino; non è l’incapacità di amare e farsi amare e nemmeno il bisogno di vendetta. Semplicemente lui uccide per il gusto di farlo, ricordando solo una minima parte degli insegnamenti del padre: «Ho seguito alla lettera il suo insegnamento, soltanto che a un certo punto mi sono dimenticato quale fosse l’ostacolo da superare e sono rimasti solo i cadaveri utili a scavalcarlo».

È una storia semplice quella che leggerete, senza morale e saggi insegnamenti, ma vi farà divertire come pochi libri sanno fare. Al centro di tutto sono raccontate le peripezie di un personaggio assurdo che nonostante la sua stravaganza e immoralità ruba il cuore del lettore, il quale pagina dopo pagina si fa trasportare da questo vortice di immagini e “flussi di coscienza”.

Claudia Sermarini Luca Raimondi

(www.excursus.org, anno IX, n. 87, novembre-dicembre 2017) Luca Raimondi