Eden – Alessandro Cortese

di MARIA GIUSY GERACE – “In principio fu la luce… e con essa il giorno e la notte”. / “Nostro Padre creò la luce?” / “Sì e fece dopo assai di più”. / “Il giorno seguente accese il firmamento di mille stelle”, […]. / “Dopo cosa fece dopo?” / “Il terzo giorno raccolse le acque scoprendo le terre del mondo, / così che quanto scoperto potesse asciugarsi e germogliare di erba e di alberi”. / “La sua bontà permise tutto ciò?” / “No. Fu l’interesse”.

Questo l’enigmatico incipit d’impatto che ci catapulta direttamente nel lattiginoso mondo di Eden (Società Editoriale Arpanet, pp. 176, € 12,00), primo capitolo di una trilogia e primo romanzo «ad aver abbandonato il cassetto dei manoscritti per gli scaffali delle librerie», come puntualizzato sulla quarta di copertina del volume. Il suo autore è Alessandro Cortese, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, laureato in chimica e ormai residente, da diverso tempo, a Pescara.

«Eden, l’indistruttibile ed eterna, grembo di granito che inghiotte e s’assopisce», ammantata di nebbia e custode di indicibili segreti che prendono forma e vengono svelati nello svolgersi degli eventi e i cui abitanti non sono altro che figure senza volto, prive di una specifica caratterizzazione fisica. Più precisamente, i personaggi principali sono esseri alati che recitano inconsapevoli la propria parte nella trama del romanzo e celano le proprie fattezze dietro impersonali maschere di porcellana. La mancanza di espressività, di una particolareggiata descrizione fisionomica, permette al lettore di far distinzione tra i differenti attori in base al loro spessore psicologico e alle loro valutazioni etiche.

Interessante la scelta dell’autore di far uso delle maschere nella costruzione dei personaggi. Dal punto di vista simbolico, la maschera ha assunto, per le diverse civiltà, molteplici significati legati ad aspetti di tipo funzionale. Uno dei tanti ruoli che le sono stati attribuiti è quello di amplificare il carattere del personaggio che la indossa e che con essa si identifica. Dal latino persona, la sua essenza travalica la semplice esigenza scenica poiché con essa si realizza la personificazione. Ne consegue che, nella sua ambivalenza di significato, non ha sempre la funzione di nascondere ma anche quella di rivelare.

Altra caratteristica peculiare dell’opera riguarda l’impiego, per la sua impaginazione, dei caratteri capitali; creando così un’ analogia con la prima Bibbia stampata da Gutenberg per mezzo dell’utilizzo dei caratteri mobili. Per di più, l’intero romanzo si avvale di una terminologia che si rifà all’antichità. La copertina, fortemente voluta dall’autore, è un’immagine cinquecentesca dell’Albero della conoscenza del bene e del male; in essa vediamo raffigurati, in bianco e nero, un Adamo ed Eva in procinto di commettere “il peccato”. L’attenzione viene immediatamente catturata dall’unico elemento che, nel chiaroscuro delle forme, sembra emergere in superficie perché colorato: la mela, accesa di un rosso corposo, simbolo di conoscenza, strumento di perdizione.

Dunque, quale segreto si annida tra le pieghe delle strade di Eden? Chi complotta nell’oscurità per destituire un monarca indifferente al destino del proprio popolo? E chi sono quelle orrende e storpiate figure celate alla vista dei curiosi? Un vero e proprio thriller biblico intriso di mistero che, attraverso un complotto nel complotto, ci propone un’originale rivisitazione della Genesi. Dodici sono gli angeli, sotto la guida di Lucifero, custode della luce e prima creatura di Dio, che si incontrano nel segreto più totale, approfittando del favore delle tenebre, per ordire il loro piano: sollevarsi contro il Signore e capovolgere l’ordine costituito. Il loro obiettivo? Guadagnare, attraverso la vendetta, la libertà e la capacità di discernimento di cui sono stati inspiegabilmente privati. Attenzione però a non fare confusione, le cose non sono così come noi le conosciamo!

E se il Grande Padre fosse un tiranno? E se Lucifero, analogamente a Gesù, fosse vittima di un martirio? Ma soprattutto, chi è quella presenza, al di sopra del Dio stesso, che muove le fila del gioco? Ed ecco che Cortese fa pronunciare le seguenti parole a una delle sue creature: «Attori siamo / per il plauso roboante viviamo e recitiamo. / Mascherati con noi stessi non abbiamo da mostrare / che espressioni sempre uguali, siano amore oppure / amare».

La linfa vitale che accomuna tutte le circostanze clandestine è rappresentata dalla segretezza che unisce gli affiliati, la riservatezza e la chiusura alla base di questi incontri creano tensioni che diventano spesso causa dell’insorgere del dubbio; esso serpeggia e si muove tra gli astanti come un veleno. L’incertezza viscerale diventa così la principale causa di tradimento in un romanzo che stravolge e confonde la sottile linea esistente tra bene e male e ci fa riflettere sull’evento scatenante del peccato originale.

“L’opera magna ebbe inizio il giorno quinto. La vita attecchì nelle acque e nel cielo, pesci e uccelli…
prima che bestie calpestassero la terra il sesto giorno”.
“Il settimo dì non fece nulla?”
“Ho desiderato tanto fosse stato così”.
“Perché?”
“Perché la mattina del giorno settimo egli creò il male”.

Così recita la voce fuori scena. Come il Giuda del musical Jesus Christ Superstar si scopre una pedina e si ribella, urlando a squarciagola, a un destino preordinato, così i personaggi di Cortese lottano per affermare la propria individualità, per scrivere da sé il plot delle loro personali vicende.

Un inclemente castigo è la condanna riservata a chi si ribella, anche perché rimane ovvio che «chi è disposto a sfidare il cielo deve anche essere pronto a vederselo cadere addosso». Al baratro, il buio, l’arido, l’oscuro, sono destinati i traditori. Tra inganni e fraintendimenti, colui che legge viene trascinato in un’atmosfera cupa e surreale, al cospetto di esseri algidi che anelano a ottenere il libero arbitrio contro la volontà di un «sovrano nominale di chi non ha sovrani, solo servi».

Questi e altri intrighi, sull’epopea cui seguito, Ad Lucem, uscirà il 21 Dicembre 2012, giorno della presunta fine del mondo… della creazione verranno maturati e approfonditi nel secondo capitolo della trilogia il cui seguito, Ad Lucem, uscirà il 21 Dicembre 2012, giorno della presunta fine del mondo…

Maria Giusy Gerace

Excursus è tornata a occuparsi della produzione di Alessandro Cortese attraverso la recensione, a cura di Maria Giusy Gerace del volume Polimnia (Edizioni Saecula) nel n. 69 aprile 2015.

(www.excursus.org, anno IV, n. 35, giugno 2012)