Le biblioteche artistiche di Indianapolis per il booksharing

di SIMONA OLIVIERI – Da un po’ di tempo, anche in Italia si è diffusa la moda del booksharing, che in inglese significa “condivisione di libri”, e che, per chi non la conoscesse ancora, si può seguire in maniere diverse.

Innanzitutto serve un libro. Scegliete quello che più vi ispira, e poi leggetelo. Giunti alla fine deciderete se vi è piaciuto, e quindi varrà la pena di farlo conoscere ad altri, oppure se non vi è piaciuto e volete farlo sparire. Se il vostro caso è il primo, allora abbandonate il libro.

Sì, avete capito bene, abbandonatelo, in un posto visibile possibilmente: su una panchina al parco, su uno scaffale del supermercato, sul sedile dell’autobus o del treno, sul tavolo di un bar, o meglio ancora, in una di quelle casette per libri che ogni tanto spuntano nei nostri parchi e vie cittadine. E se poi abitate a Indianapolis, nello stato dell’Indiana (USA), vi sarà ancora più facile farlo.

La Biblioteca Pubblica di Indianapolis infatti, che già nel 2013 aveva inaugurato un percorso culturale con tanto di pista ciclabile, ha pensato di fornire ai cittadini ancor più cultura e bellezza, investendo in biblioteche cittadine progettate da veri artisti. La squadra è composta da nove professionisti, ciascuno dei quali ha avuto la sua personalissima visione di biblioteca nel momento in cui gli è stato chiesto di pensarci.

Il primo a partire con il progetto, che si chiama “The Public Collection”, è stato Brian McCutcheon, il quale ha installato delle piccole biblioteche circolari su pali di alluminio, proprio davanti alla Biblioteca pubblica della città. Il Tables of contents di Stuart Hyatt è completamente realizzato con legno riciclato, mentre, se volete immergervi letteralmente nei libri, vi consigliamo il Nautilus di Katie Hudnall. Ci sono poi punti di domanda giganti che adornano spazi dedicati a genitori e figli, e caverne cittadine che accolgono i lettori sotto i loro archi.

A quanto pare tutte queste biblioteche funzionano e hanno molto successo, perché sono libere e di tutti: lasci un libro e ne prendi un altro, se vuoi. Cosa chiedere di più? Che vengano diffuse in tutte le grandi città!

Nautilus, di Katie Hudnall

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Monument, di Brian McCutcheon

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Topiary
, di Eric Nordgulen

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Table of Contents
, di Stuart Hyatt

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Evolution of reading
, di Kimberly McNeelan

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The answer is in the question
, di Phil O’Malley

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Untititled
, di Brose Partington

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Cool Books, Food for Thought, Tom Torluemke

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Play Station
, LaShawnda Crowe Storm

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Il sito ufficiale dell’iniziativa è www.thepubliccollection.org.

Simona Olivieri

(www.excursus.org, anno VIII, n. 75, settembre 2016)