Helena Janeczek vince il Premio Strega 2018


Helena Janeczek, con il romanzo La ragazza con la Leica (Guanda), ha vinto la LXXII edizione del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e Fuis (Federazione Unitaria Italiana Scrittori).

La ragazza con la Leica (Guanda), con 196 voti, ha superato Resto qui di Marco Balzano (Einaudi, 144 voti), La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg di Sandra Petrignani (Neri Pozza, 101 voti) Il gioco di Carlo D’Amicis (Mondadori, 57 voti) Questa sera è già domani di Lia Levi(Edizioni e/o, 55 voti).

Questo risultato comprende i voti dei 400 Amici della domenica, di 40 lettori forti selezionati da librerie indipendenti italiane associate all’ALI e di 20 voti collettivi provenienti da scuole università e da circoli di lettura, in particolare delle Biblioteche di Roma, cui si sono aggiunti, dallo scorso anno, 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti Italiani di cultura all’estero, per un totale di 660 aventi diritto. 

Sono entrati quest’anno nella giuria del premio, fra i nuovi Amici della domenica, Massimo Bray, presidente della Fondazione per il Libro, la scrittrice Chiara Gamberale, lo scrittore e traduttore Franco Buffoni. Fra i votanti entrati con gli Istituti italiani di cultura all’estero di Buenos Aires, Londra, New York, Parigi e Pechino – che completano la rete di venti Istituti che collaborano con il premio – ci sono il fotografo Marco Delogu, direttore dell’Istituto a Londra, il giornalista Fabio Gambaro, direttore a Parigi, lo scrittore André Aciman e la traduttrice Ann Goldstein.

Con Helena Janeczek una donna torna a vincere il Premio Strega dopo ben quindici anni.

Il libro

Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l’irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt’altro motivo, a dare l’avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l’ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.

La redazione Helena Janeczek

(www.excursus.org, anno X, n. 89, agosto-settembre 2018) Helena Janeczek