Antonio Scurati vince il Premio Strega 2019


Con 228 voti, Antonio Scurati – con il romanzo M. Il figlio del secolo (Bompiani) – ha vinto il Premio Strega 2019. La vittoria, che si è chiaramente delineata con lo scorrere delle votazioni, è stata ottenuta su Benedetta Cibrario (127 voti con Il rumore del mondo), Marco Missiroli (91 voti, con Fedeltà), Claudia Durastanti (63 voti, con La straniera) e Nadia Terranova (47 voti, con Addio fantasmi).

Questo risultato comprende i voti dei 400 Amici della Domencia, di 200 votati all’estero seleionati da 20 istituti di cultura, di 40 lettori forti selezionati da 20 librerie associate all’Ali e 20 voti collettivi di biblioteche, università e circoli di lettura, per un totale di 660. Premio Strega 2019

Fra i nuovi Amici della Domenica, gli scrittori Marco Balzano, Franceso Caringella, Carlo D’Amicis, Helena Janeczek (Premio Strega 2018), Lia Levi (Premio Strega Giovani 2018) e Wanda Marasco, gli editori Carlo Gallucci e Annamaria Malato, il giurista Bernardo Giorgio Mattarella, il matematico Carlo Sbordone,  la direttrice di Rai Cultura Silvia Calandrelli e il direttore della Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei Marco Guardo.

«Sono felice ma soprattutto contento che molti altri italiani leggeranno questo libro non solo perché l’ho scritto io, ma perché impareranno a conoscere la nostra storia con la speranza che non si ripeta, anche se in forme diverse»: sono state queste le prime parole del vincitore, mentre sorseggiava il “mitico” liquore.  Premio Strega 2019

Scurati vince dopo essere stato per due volte secondo (per un solo voto nel 2009, per cinque voti nel 2014).  Premio Strega 2019

Il libro

Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come “intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”. Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d’inventato non c’è nulla. Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un’opera senza precedenti nella letteratura italiana. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.

La redazione  Premio Strega 2019

(www.excursus.org, anno XI, n. 93, luglio-settembre 2019)