Settantotto – Fabio Galluccio

di SARA BONFILI – Nel saggio Settantotto. Comincia l’agonia della prima Repubblica (Oltre Edizioni, pp. 152, € 14,50) Fabio Galluccio percorre le tappe salienti di un anno che segna l’agonia della Prima Repubblica Italiana.

Il 1978 segna un varco per molte ragioni. Per il mondo cattolico, è l’anno dell’elezione e della morte di due papi: il 6 agosto muore papa Paolo VI, il 26 agosto viene eletto papa Giovanni Paolo I che, deceduto il 29 settembre solo dopo 33 giorni di pontificato, lascia l’Italia sgomenta; meno di un mese dopo, l’elezione del cardinale polacco Karol Wojtyla, il Santo Papa Giovanni Paolo II. Il 1978 è inoltre l’anno del presidente partigiano Sandro Pertini, (il cui comportamento, informale e popolare, lo distacca subito dal predecessore dimissionario Giovanni Leone).

Dagli elenchi della loggia P2, resi pubblici successivamente, si sa che vi erano registrati in quel periodo: Silvio Berlusconi, Roberto Calvi, Michele Sindona, Mino Pecorelli, Gaetano Stammati, Duilio Poggiolini, Maurizio Costanzo, Franco Di Bella, Angelo Rizzoli. Non è forse un caso che nel 1978, anno di iscrizione di Berlusconi alla loggia massonica, l’imprenditore milanese fonda Fininvest, acquista il teatro Manzoni, la Mondadori, fa nascere Medusa, Telemilano, Reteitalia e Publitalia, passando da imprenditore edile a signore dell’editoria, dell’informazione privata e della pubblicità, alla creazione futura di un vero e proprio “Monopoli” di reti televisive, aziende produttrici, distributrici, moltiplicatrici di consenso e potere.

Il 1978 è l’anno che vede la conferma di Bettino Craxi come segretario votato con il 65% delle preferenze al congresso socialista. Segnerà l’epoca del craxismo, per quel personalismo del partito molto simile a quello dell’amico Berlusconi, che con la fondazione di Forza Italia dà l’ispirazione ai giornalisti politici per il conio di un termine di lunga vita: “berlusconismo”.

Il 1978 è però terribilmente l’anno dell’uccisione di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse, del giovane Peppino Impastato, che dalla sua radio Aut aveva osato accusare il boss Gaetano Badalamenti, del giudice Riccardo Palma, del notaio Gianfranco Spighi e di tanti altri meno noti, agenti, commissari, funzionari, appuntati, brigadieri, colpiti dalle Br o da gruppi terroristici di estrema sinistra. Il 1978 è infine l’anno di alcune delle leggi più sentite e contemporaneamente più discusse da parte della società civile: la legge n. 180 del 13 maggio, la cosiddetta Legge “Basaglia”, che sanciva la chiusura dei manicomi e la legge n. 194 del 22 maggio, che consentiva l’aborto in particolari casi di rischio per la salute della madre. Galluccio si dedica anche a temi più leggeri, che allietano in parte la sua visione giovanile di un anno sanguinario: i premi letterari, i libri best seller, gli italiani premiati al Festival di Cannes come Ermanno Olmi e Marco Ferreri, e le canzoni del Festival di Sanremo.

In uno degli ultimi capitoli, Dopo il 1978, l’autore anticipa la fine del pentapartito italiano, il crollo dei muri, non solo di quello di Berlino, i movimenti populisti di fine secolo e inizio del millennio. In questo saggio l’autore rievoca una poesia molto significativa di Mario Luzi, contenuta nella raccolta Al fuoco della controversia (premio “Viareggio” 1978), il cui titolo Muore ignominiosamente la repubblica riepiloga in parte l’anno che egli descrive. Galluccio è studioso del pensiero liberalsocialista e direttore del circolo Giustizia e Libertà di Roma: racconta il 1978 con un’analisi precisa e personale e con uno stile divulgativo, concedendosi incursioni autobiografiche che arricchiscono la visione storica, sia con osservazioni giovanili dello studente universitario ventiquattrenne sia con la profondità e lo spessore dell’uomo maturo, che riesamina criticamente l’epoca del terrorismo e dello stravolgimento della politica. Dal 1978 ad oggi sembra sia passato un secolo, tanto sono cambiati gli uomini pubblici e i sentimenti collettivi che l’autore narra. La sua scrittura è puntuale e ben documentata.

L’autore riporta con dovizie di particolari i nomi di tutte le vittime del terrorismo italiano, dedicandosi allo studio di inchieste giornalistiche, come quella di Giancarlo De Cataldo su Emanuela Orlandi, mistero di stato e di libri fondamentali che fanno luce sul 1978, tra i quali, Patria. 1978-2008, di Enrico Deaglio, e Giovanni Leone: la carriera di un Presidente dell’inossidabile Camilla Cederna.

Sara Bonfili

(www.excursus.org, anno VII, n. 69, aprile 2015)