Il libro della giungla – Rudyard Kipling

di TATIANA SANDROLINI – Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare del cucciolo d’uomo Mowgli, della pantera nera Bagheera, dell’orso bruno Baloo o della feroce tigre del bengala Shere Khan, protagonisti de Il libro della giungla (traduzione e a cura di Silvia Rota Sperti, Feltrinelli, pp. 208, € 9,00) di Rudyard Kipling.

Basta citare i loro nomi per far riemergere nella mente di grandi e piccini il divertente orso Baloo che, ancheggiando goffamente,balla sulle note dei versi «Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i tuoi malanni puoi dimenticar […]». Sono sicura che la state continuando a cantare con allegria. La versione disneyana, entrata nel cuore di tutti, trae ispirazione dal libro di Kipling, modificandolo in parte, rendendolo più fiabesco e romanzato.

La vicenda narra di un bambino di nome Mowgli che, scampato alla ferocia della tigre Shere Khan, viene allevato da un branco di lupi guidati dal giudizioso Akela. Insieme a loro, il piccolo viene seguito nella sua crescita dalla saggia e astuta pantera Bagheera, che si prodiga in tutti i modi per tenere il giovane “ranocchio”, come viene amorevolmente soprannominato, al sicuro dai pericoli quotidiani. L’imponente orso Baloo, buono e giusto, è colui che ha l’importante compito di educare i giovani cuccioli, insegnando loro le leggi e regole che governano la giungla, per far sì che diventino adulti rispettosi e che sopravvivano tra le difficoltà di quel luogo ricco di insidie. Nel corso della narrazione, Mowgli deve affrontare numerose prove, fino al decisivo scontro con Shere Khan.

Il cucciolo d’uomo cresce nel regno animale, che rispetta e di cui si sente membro, ma si scontra inevitabilmente con il mondo “civile” degli uomini, di cui lui fa parte dalla nascita, che non sa come affrontare e dal quale vuole fuggire, sentendosi inadeguato e fuori luogo.

Mowgli è il punto d’incontro dei due mondi, quello animale e quello umano. In entrambi nessuno è veramente buono o cattivo, in entrambi esistono regole che non sempre vengono rispettate; il mondo animale è selvaggio e talvolta crudele, così come quello umano, nonostante voglia far credere,senza successo, di essere più evoluto.

La “Legge della giungla” che apprendiamo dal libro rappresenta la “Legge della vita”, dove non vige il dominio del più forte, ma comandano i valori ai quali tutti devono, o per lo meno dovrebbero, sottostare. Questa legge ci insegna che bisogna cercare una convivenza pacifica con i nostri simili, senza dare dimostrazioni di crudeltà gratuita, come ricorda la regola citata da Baloo: «Caccia pure per sfamarti, ma non per divertimento».

Il libro della giungla non è solo la narrazione della vicenda del cucciolo d’uomo, come si potrebbe pensare, bensì una raccolta di storie che hanno come protagonisti animali che vivono nell’India più selvaggia, terra natale di Kipling, ricca di mistero, suoni e colori. Il libro contiene altri racconti e, tra i più famosi, troviamo Rikki-Tikki-Tavi, eroica mangusta cacciatrice di serpenti, Toomai degli Elefanti, giovane conduttore di elefanti, e La foca bianca, una toccante storia di coraggio e determinazione ambientata nel mondo marino.

Anche qui gli animali sono antropomorfizzati dall’autore e incarnano ognuno una specifica caratteristica; in loro riconosciamo pregi e difetti presenti anche nell’animo umano.Tutti i personaggi descritti nel libro rappresentano anche valori e virtù, quali il coraggio, la fratellanza, l’onestà, il rispetto, la disciplina. Lo stesso Mowgli non riuscirà mai a diventare un uomo se prima non avrà imparato le leggi che regolano la giungla, così come un uomo non può definirsi tale se non rispetta questi valori di vita.

Ogni racconto è seguito da un canto o poesia, che arricchiscono la narrazione e la rendono più magica e romantica; persino T. S. Eliot considerava queste “ballate” come un pregio, che rendono il testo ancora più originale e godibile. Il libro è considerato come il manifesto dello scoutismo, poiché raccoglie elementi educativi che possono insegnare moltissimo ai lettori di tutte le età.

Entrando nel mondo della giungla di Kipling, ci si accorge di come sia importante avere un luogo di appartenenza, in cui sentirsi protetti e amati; infatti poter avere dei “fratelli” che ti sostengono e aiutano nelle difficoltà è di vitale importanza per tutti, animali e uomini. È fondamentale seguire le norme che regolano la convivenza con gli altri: solo rispettandole si può ambire a un’esistenza serena e rispettosa verso il prossimo e noi stessi.

Seguiamo l’esempio dei coraggiosi protagonisti de Il libro della giungla, che imparano persino dai loro stessi errori. Ad ogni comportamento c’è sempre una conseguenza e dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre azioni, ricordandoci che «c’è anche questo di bello nella Legge della giungla: la punizione salda ogni conto e non lascia rancori».

Tatiana Sandrolini

(www.excursus.org, anno IX, n. 83, giugno 2017)