I cinque errori che un lettore deve evitare

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Leggere un libro è un piacere. Scorrere le parole, scoprire man mano la trama, meravigliarsi ai colpi di scena, capire se il mistero si risolve proprio come pensa il lettore. Ma attenzione: una spada di Damocle è appesa sulla testa di ogni lettore che si appresta a sfogliare le prime pagine di un nuovo libro. L’arma micidiale è lo spoiler, ovvero sapere in anticipo cosa accadrà.

Il portale Bustle ha quindi stilato l’elenco dei cinque errori che possono rovinare la vostra vita di lettori, “liberamente” commentati dalla redazione di Excursus.

1) Cercare su Google il libro che si sta leggendo.

         Naturalmente, mai farlo: già solo la pagina dei risultati della ricerca può spoilerare in maniera irreparabile. O ci si potrebbe facilmente imbattere in commenti – ancorché recensioni – che svelano tutto quanto c’è da svelare. Insomma, scrivere il titolo del libro che si sta leggendo sul celebre motore di ricerca è assolutamente da pazzi.

2) Dire a qualcuno che libro stai leggendo.

         La lettura in corso è un’esperienza intima. Solo dopo la si può condividere. Mai prima o durante. Amicizie decennali possono essere messe a dura prova dal più classico degli spoiler: «Ah, bello, sei già arrivato al momento in cui…».

3) Non usare il segnalibro.

         Perché correre il rischio di perdere il numero di pagina, il momento della storia a cui si è arrivati? Un bel segnalibro (e ce ne sono in giro per tutti i gusti e veramente belli) risolve il problema e permette di leggere con serenità. Da evitare le “orecchiette” alle pagine, si rovina la carta…

4) Non portarsi abbastanza libri in vacanza.

         Il lettore che va in vacanza deve assolutamente partire “attrezzato”. Magari i momenti per leggere saranno ridotti (o magari no…), ma, nella scelta del numero di libri, è bene sempre ragionare in eccesso anziché in difetto.

5) Terminare il libro iniziato.

         Leggere deve essere una gioia, non un tormento. Quindi, se il libro che si sta leggendo proprio “non gira”, proprio “non piace”, nessuna vergogna a fermarsi, chiuderlo e, magari, riparlarne dopo qualche anno.

La redazione

(www.excursus.org, anno VIII, n. 74, luglio-agosto 2016)