La collina dei conigli – Richard Adams

di TATIANA SANDROLINI – Dopo aver letto questo romanzo non guarderete più i conigli con gli stessi occhi. Richard Adams, recentemente scomparso, scrive La collina dei conigli (traduzione di Pier Francesco Paolini, Bur, pp. 434, € 11,00) raccogliendo le storie che usava narrare alle figlie. Nonostante le difficoltà iniziali nel trovare un editore interessato alla pubblicazione del testo, il romanzo ha un successo straordinario, tanto che ne vengono create anche una versione cinematografica e una televisiva.

Nella conigliera di Sandleford, Quintilio, un giovane e gracile coniglio, ha una terribile premonizione, che preannuncia la distruzione della sua casa e quella dei suoi amici per mano dell’uomo. Riferisce il fatto al fratello Moscardo, un coniglio saggio dal cuore grande, con il quale si reca dal Grande Capo nel tentativo di convincerlo a far fuggire tutta la colonia il prima possibile. Non riuscendo nell’intento decidono di partire comunque, alla ricerca di un luogo sicuro; a loro si uniscono alcuni compagni tra i quali Mirtillo, un coniglio dall’intelligenza sopraffina, Dente di Leone, il cantastorie del gruppo, Parruccone, un coniglio forte nella lotta e Argento, questi ultimi entrambi facenti parte dell’Ausla, la casta militare della conigliera alle dipendenze del Grande Capo.

Il loro cammino presenta numerose insidie: inizialmente il gruppo di conigli si imbatte in una conigliera apparentemente perfetta, ma dentro alla quale si cela un grande segreto. Il senso di omertà che regna tra i conigli che popolano quella conigliera e la continua sensazione di pericolo, convince i compagni ad allontanarsi da quel luogo oscuro e falso.

Approdano alla sommità della collina di Watership dove, affascinati dal paesaggio e convinti dalla zona, decidono di costruire lì le loro nuove tane. Vengono raggiunti da due conigli del loro covo natale, Pungitopo e Campanula, che raccontano di come si sia avverata la premonizione di Quintilio. Gli umani si sono presentati con strani oggetti, hanno ucciso tutti i conigli di Sandleford e distrutto la conigliera, colpevole di essere nel posto sbagliato. I due reduci da quel terribile massacro si uniscono a Moscardo e agli altri nel loro gruppo. I conigli stringono amicizia con altri animali, tra cui un gabbiano di nome Kehaar e un topo, che saranno fondamentali nel corso del libro.

Con il passare del tempo, Moscardo e gli altri iniziano a sentire la mancanza di compagne femmine, con le quali poter far figli e assicurare un futuro alla conigliera. Vengono a conoscenza dell’esistenza di un’altra colonia non troppo distante da loro, denominata Efrafa, e decidono di organizzare una spedizione volta a convincere alcune delle loro femmine a trasferirsi da loro. Questo gesto scatenerà le ire di Vulneraria, il Coniglio Capo di Efrafa, sanguinario dittatore che semina terrore tra il suo popolo, ridotto ormai in schiavitù. Lo scontro tra i due schieramenti lascerà tutti con il fiato sospeso: non mancheranno vittime, colpi di scena e un pathos sicuramente non adatto ai deboli di cuore.

Il lettore viene attirato da un mondo unico, dove c’è un equilibrio tra l’essere animale e la loro antropomorfizzazione. Adams descrive i comportamenti tipici di questi animali dal punto di vista etologico e li unisce a un pensiero quasi umano. Le conigliere presentate nel libro hanno una gerarchia: un capo governa i suoi sudditi con l’ausilio di una casta militare che deve mantenere l’ordine tra i conigli. A Efrafa il governo è persino estremizzato, tanto da ricordare i dittatori e i totalitarismi che abbiamo visto noi umani nel corso degli anni.

I conigli del libro parlano, hanno un loro linguaggio, il lapino, una lingua diversa da quella degli altri animali, con i quali si capiscono a fatica. Hanno inoltre una loro cultura, citano proverbi, credono in miti tra cui un’entità chiamata Frits e narrano le vicende eroiche del principe dei conigli El-ahrairà, che riesce nei suoi intenti grazie alla sua grande astuzia e inventiva, ricordando il personaggio di Ulisse. Il tema del viaggio e il superamento dei pericoli descritti ne La collina dei conigli rimandano le tematiche presenti nell’Odissea.

Adams riesce a presentare un mondo inedito, che intriga e incuriosisce il lettore, il quale apprende aspetti interessanti dello stile di vita dei conigli e si riconosce nei loro comportamenti.

In questo romanzo non vi è un unico eroe, ma un insieme di personaggi che, grazie alle loro doti individuali, riescono a dar vita a un’unità forte e compatta che riesce a superare le avversità.

Con un linguaggio semplice e mai pomposo, Adams riesce a trasportarci in questo viaggio avventuroso e ricco di insidie; anche noi lottiamo con i protagonisti e speriamo nel lieto fine. Moscardo, Parruccone, Quintilio e gli altri sono la rappresentazione delle nostre lotte, come noi vagano per sfuggire alla morte, al fine di trovare il nostro luogo ideale, utopico, in cui potersi sentire “a casa”, in pace con il mondo e soprattutto con noi stessi.

Tatiana Sandrolini

(www.excursus.org, n. 81, marzo 2017)