Alimentazione naturale e consapevole – Simona Grossi

di ELEONORA TASSAN – «Lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo», questo era ciò che affermava Ippocrate, considerato il padre della medicina moderna: la salute comincia proprio a tavola. Quest’affermazione riflette il pensiero portante che Simona Grossi espone nel libro Alimentazione naturale e consapevole (Pungitopo Editrice, pp. 184, € 14,00).

L’alimentazione, al giorno d’oggi, è un argomento molto trattato e discusso. Si considerino ad esempio i sempre più numerosi programmi di cucina, ma anche le riviste in cui si trovano ricette, diete fai da te, oppure notizie sull’ultimo alimento dalle incredibili potenzialità. In realtà, il tema è molto più delicato e particolareggiato di quanto si possa immaginare e, in questo saggio, l’autrice riesce a spiegare con linguaggio scorrevole l’incredibile e sorprendente mondo che è l’alimentazione.

Il libro è strutturato in modo da far comprendere al lettore i numerosi processi e passaggi che vanno a comporre la nutrizione: come il nostro corpo elabora e trasforma le sostanze che vengono ingerite, e come riesce a renderle utilizzabili e funzionali alle loro mansioni. Vi sono anche sostanze che devono essere eliminate perché sono tossine dannose per il corpo, e nel libro viene spiegato come proprio il nostro organismo sia così intelligente da riconoscerle e agire di conseguenza.

Nelle prime pagine, l’autrice introduce brevemente il lettore alla naturopatia, disciplina che ha segnato un passaggio molto importante nel suo percorso professionale e personale: “… la naturopatia, intesa come igiene di vita conforme alle leggi naturali: l’alimentazione è parte essenziale di questo modo di vivere, che costituisce la base per mantenere o ritrovare uno stato di salute profondo e duraturo” (p. 13).

Il cibo è una parte molto importante della quotidianità, e molte volte viene sottovalutato perché non si considerano aspetti ad esso complementari, tra cui l’ambiente, il nostro stato d’animo e le condizioni che si presentano: elementi che hanno infatti un’influenza su ciò che mangiamo  e su come ci nutriamo.

L’alimentazione non è solamente l’assunzione di cibo fine a se stessa, ma vede il coinvolgimento di fattori diversi che ne influenzano il processo. Fondamentale è prestare attenzione a ciò che ingeriamo; ad esempio, «I prodotti derivati da animali di allevamento sono molto più sbilanciati […] perché non sono nutriti con il loro cibo di elezione ma con farine animali e mangimi industriali» (p. 46).

Abitudini sbagliate, anche nel consumo eccessivo di cibi industriali e preconfezionati che presentano ad esempio farine raffinate, troppi zuccheri, additivi chimici e conservanti, sono causa di molte patologie dell’epoca moderna nei Paesi industrializzati.

Un aspetto molto interessante che viene sottovalutato è che «l’intestino non è il solo luogo in cui avviene la digestione del cibo che ingeriamo» (p. 56), questo perché cervello e intestino sono connessi e collegati attraverso il nervo vago e si influenzano reciprocamente; di conseguenza, anche se non ce ne rendiamo conto, ciò che avviene nell’intestino durante la digestione va a influenzare anche il nostro modo di pensare, di comportarci, e coinvolge la nostra sfera emotiva.

Bisogna pensare al nostro corpo come a una grandiosa macchina dove ogni cosa è collegata e nulla è semplicemente fine a se stesso. Per tale motivo, anche l’alimentazione è molto più complessa e articolata del semplice gesto di nutrirsi: ciò che noi mangiamo e come lo mangiamo entra a far parte del nostro sistema e di conseguenza ha un ruolo attivo sul nostro corpo.

La sequenza degli alimenti e come questi si combinano duranti i pasti sono aspetti da prendere in considerazione, poiché potrebbero portare ad un affaticamento dell’apparato digerente e non solo, andando così a creare un disequilibrio intestinale che potrebbe generare delle ripercussioni negative a livello sia fisico che emotivo.

Affinché il nostro corpo funzioni bene, deve esserci un equilibrio dato da un buon funzionamento del corpo in armonia con la mente, e viceversa. Come fare per arrivare a ciò? «Qualunque sia il cambiamento alimentare che si decide di adottare, è molto importante ascoltarsi, non affrettarsi, e avere alcune accortezze, per non avere carenze nutrizionali, a breve o a lungo termine» (p. 74).

È quindi fondamentale ascoltarsi, seguire diete intese come stile alimentare e non come privazione, poiché queste potrebbero essere squilibrate e vissute come una restrizione e un’imposizione. Bisogna nutrirsi in modo consapevole, ascoltando il nostro corpo, cercando di variare, masticando lentamente e a lungo, prestando attenzione a ciò che si acquista quando si fa la spesa e cercando di non cadere nella trappola trappola di etichette quali l’essere “vegani” o “crudisti”.

Ogni individuo ha bisogni propri e specifici che divergono da quelli altrui, per cui è necessario tenere in considerazione i vari fattori che rendono la vita e le esigenze di ognuno diverse dalle altre.

L’autrice suggerisce che potrebbe esserci un’alimentazione ideale per il genere Homo, che andrebbe a identificarsi con ciò di cui questi si nutriva alle sue origini, ovvero di regimi prevalentemente vegetariani e crudi, a base di alimenti integri e non trasformati, mettendo in questione il presunto onnivorismo della nostra specie. Come lei stessa scrive, però, «ci sono aspetti sui quali nutro ancora diversi dubbi e non mi vergogno ad ammetterlo. Ho cambiato idea molte volte su tante convinzioni, probabilmente succederà ancora e andrà bene così» (p. 72).

Trovare un equilibrio psico-fisico in armonia con il proprio regime alimentare richiede tempo, flessibilità, pazienza, ma soprattutto ascolto. Sapere cosa mangiamo e come mangiamo sono aspetti che ci insegnano a volerci bene e a sentirci meglio con noi stessi e con gli altri.

Troverete queste pagine un ottimo punto di partenza per comprendere questo approccio e le sue dinamiche!

Eleonora Tassan

(www.excursus.org, anno IX, n. 79, gennaio 2017)